Perugia – Gli ambienti digitali stanno cambiando la vita delle persone, i luoghi dove si “vive” spesso mediati da Internet e in Internet. L’obiettivo è (dovrebbe essere) migliorare, rendere più semplice la quotidianità.
Abbiamo chiesto all’assessore regionale allo sviluppo economico Michele Fioroni, è davvero così?
«Il settore digitale sta cercando in tutti i modi di fornirci luoghi dove ricrearsi una vita, luoghi che possano semplificare comunicazioni, luoghi di confronto, di business di aggregazione. Una città di codici popolata da persone. Ma nella nostra quotidianità costruita e arrangiata nel non virtuale bisogna continuare a rinnovarsi per fornire ai cittadini una visione di futuro agile, sostenibile e tecnologicamente competitiva».
Siamo già dentro delle Smart Cities?
«Se ne parla da anni, ma spesso il termine è utilizzato in modo vago o improprio, a volte con focus esclusivamente tecnologico, altre volte con un’approccio futuristico o addirittura fantascientifico. Ma il futuro sarà così».
Un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’uso di soluzioni digitali a beneficio dei suoi abitanti e delle imprese, questa la definizione di smart city fornita dall’Unione Europea.
«Esatto. Il processo di trasformazione delle smart city permetterà di sviluppare a titolo di esempio una nuova mobilità urbana sostenibile, migliorando la gestione infrastrutturale dei trasporti, ma non solo, gli effetti si ripercuoteranno anche nella pianificazione dei processi integrati nei settori dell’energia, delle tecnologie dell’informazione, della comunicazione e nella condivisione delle informazioni grazie ad una open data strategy finalizzata alla creazione di nuove applicazioni aziendali, al supporto e alla creazione di modelli di business innovativi, ma anche al miglioramento della qualità della vita dei cittadini fornendo servizi migliori in un’ottica di trasparenza e fiducia».
Il PNRR prevede un forte investimento seguendo questa direttiva.
«Si va dai 40 milioni di euro alla Mobility as a Service, ai 2,5 miliardi per la Gestione del rischio di alluvione e del rischio idrogeologico, 740 milioni di euro per Infrastrutture di ricarica elettrica (Missione 2) e i 900 milioni per una Rete idrica più digitale. E queste sono solo alcune delle opportunità che abbiamo, ma non servono solo fiumi di milioni, servono competenze e professionisti che li sappiano amministrare e distribuire. Dai dati dell’ultima ricerca dell’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano emerge un crescente interesse nel nostro Paese per le Smart City. Quasi un comune italiano su tre (il 28%) – dice il report presentato il 5 maggio 2022 – ha avviato almeno un progetto nell’ultimo triennio, una percentuale che sale al 50% in quelli più grandi, con oltre 15 mila abitanti. La cifra è destinata a crescere ancora nel prossimo triennio: il 33% dei comuni vuole investire nelle città intelligenti entro il 2024, anche sulla spinta del PNRR che prevede oltre 10 miliardi i finanziamenti dedicati all’interno delle diverse missioni».
Uno dei fattori abilitanti delle smart city riguarda l’evoluzione delle reti di telecomunicazioni.
«E’ fondamentale perché, non solo in prospettiva, deve permettere la connessione simultanea di milioni di dispositivi (Massive Machine-Type Communications, mMTC), ma per certe applicazioni, come ad esempio le operazioni chirurgiche da remoto, deve garantire comunicazioni ultra-affidabili e a bassa latenza (Ultra-Reliable Low-Latency Communications, URLLC)».
«Fondamentale la raccolta dei dati da mettere al servizio delle comunità»
«Il processo di raccolta del dato assume un ruolo predominante nell’evoluzione delle smart city -sottolinea l’assessore Fioroni –. Questo potrà avvenire mediante dispositivi già connessi alla rete (smartphone, smartwatch, etc.) ma anche attraverso una diffusione capillare della sensoristica IoT, che permetterà alle “cose” (Things) di comunicare attraverso internet fornendo informazioni utili non solo per la gestione stessa della città, ma anche per migliorare i servizi per i cittadini e per favorire la creazione d’impresa. Ogni dato raccolto sarà quindi messo al servizio della città e dei suoi cittadini».
Altro tema chiave per il supporto alla gestione della città mediante la rielaborazione dei dati è l’integrazione di intelligenze artificiali che saranno 3 finalizzate ad esempio al miglioramento del sistema di raccolta dei rifiuti, al monitoraggio dei parcheggi ma anche a garantire una maggiore sicurezza. Questa è la vera sfida che gli amministratori comunali, regionali e nazionali sono chiamati ad affrontare.