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Home > Umbria > “Smartway, Nocera Umbra borgo digitale”

“Smartway, Nocera Umbra borgo digitale”

Silvia Vinciarelli, dopo una carriera internazionale nella moda, è tornata a casa con l’idea di attirare “nomadi tecnologici“ nella sua città

A. Orfei
13 Maggio 2022
Silvia Vinciarelli ha deciso di tornare a Nocera Umbra e di mettere disposizione le sue competenze

Silvia Vinciarelli ha deciso di tornare a Nocera Umbra e di mettere disposizione le sue competenze

Nocera Umbra (Perugia) – Non solo cervelli in fuga, ma anche un ritorno alle origini, «con occhi nuovi». Silvia Vinciarelli è una nocerina che ha girato il mondo lavorando nel campo della moda a Positano, a Capri ma anche in India e poi a Torino, mettendosi a disposizione di marchi del calibro di Valentino. Poi il desiderio di tornare a casa e di mettere a disposizione le sue competenze anche attraverso progetti come ‘Smartway’.

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Cos’è Smartway e qual è il collegamento con Nocera Umbra?

«Smartway è una piattaforma nata dall’esperienza di alcuni ragazzi di Montepulciano, i quali hanno avuto l’idea di mettere in contatto le aziende che hanno lavoratori in smartworking con i borghi. Così le imprese possono offrire ai propri dipendenti delle vere ‘workation’, una sorta di vacanza – lavoro che permetterà loro di trasferire l’ufficio in mezzo ai borghi e di conoscere le comunità locali. L’idea è quella di candidare Nocera ad essere il primo borgo della provincia di Perugia ad entrare nel portale. Da settembre infatti alcuni luoghi pubblici, come la biblioteca Piervissani e Palazzo Dominici, saranno collegati alla fibra e potranno essere dei coworking disponibili per gli smartworker che arriveranno. Al momento sono presenti in piattaforma Montepulciano, Pergine Valdarno, Sciacca, Veroli, Dolceacqua, Sangemini e Civita».

Come funziona, nel dettaglio, Smartway?

«In un mondo in cui il mercato è spietato, le aziende hanno bisogno di fidelizzare i propri talenti, offrendo loro di lavorare al meglio. Così è nata l’idea di questi borghi, nei quali spostare, metaforicamente, la scrivania. Ma non sarà semplice lavoro ma, appunto, anche esperienza. Intorno a questi ospiti dovranno essere costruiti dei servizi e delle opportunità, mettendo in rete magari associazioni ed aziende del territorio. Lo smartworker che arriverà, prevalentemente straniero, si fermerà per diversi giorni, prevalentemente in bassa stagione. Utilizzerà gli spazi messi a disposizione e poi potrà vivere a pieno il territorio, contaminandosi con la comunità locale».

Quali sono i requisiti che deve avere un borgo per candidarsi?

«Imprescindibile la connessione a internet veloce. Più piccolo il borgo è e meglio potrà essere accolto. Nocera è piaciuta in quanto molto nota, ma fuori dai circuiti turistici tradizionali. Deve essere a non più di 30 minuti dai principali hub di trasporto, quindi aeroporti o stazioni, deve avere luoghi di coworking adeguati e deve essere un ‘posto meraviglioso’, fuori dagli standard. Tutte caratteristiche che Nocera ha, per questo siamo pronti a partire».

Dopo diversi anni in movimento per lavoro, perché è tornata e perché ha deciso di candidare Nocera in Smartway?

«Il covid e il lockdown hanno bloccato tutto, ci hanno chiuso in casa e costretto a rallentare. Quella condizione assurda e imprevedibile ha cambiato tutto, ma mi ha dato anche la possibilità di riflettere sul concetto di tempo e qualità della vita. Ricordo che comprai una nuova agenda e sulla prima pagina scritti ‘usa il tuo tempo per amare, sognare, costruire e condividere’. Ecco, tornare nel mio paese, accanto alla famiglia e agli amici di sempre, per costruire e condividere nuovi progetti mi sembra in linea con quel proposito».

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